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[698-700] Guerra e pace 223

molte volte il solo incentivo per il soldato ad affrontare la morte, giacchè in troppi casi egli ignorava la causa per la quale combatteva, e

698.   Venduto ad un duce venduto
Con lui pugna, e non chiede il perchè.

Le sole guerre nelle quali il cuore del soldato batta per un sentimento più elevato e faccia propria la causa della bandiera sotto la quale ripara, sono le guerre per la indipendenza nazionale. Allora ogni uomo valido alle armi è soldato, e le donne stesse lo spingono animose dove lo chiama la voce dell’onore, e ripetono a lui le storiche parole:

699.   Ἠ τὰν ἥ ἐπὶ τᾶς1

con le quali le madri spartane salutavano i figli partenti in guerra, consegnando loro lo scudo, come narra Plutarco nei Lacaenarum Apophthegmata (XVI): «Alia cum filio clypeum traderet eumque ad rem bene gerendam hortari vellet: Fili, inquit, aut hunc, aut super hoc (ῆ τὰν, ῆ ὲπὶ τᾶς, forma dorica).» Essi dovevano tornare o vittoriosi, cioè con lo scudo, poichè chi fugge getta per prima cosa lo scudo — e anche Orazio, confessando la sua fuga nella battaglia di Filippi, dice di sè:

700.   Relicta non bene parmula.2

(Carmina, lib. II, od. 7, v. 10).
- o morti, cioè portati dai commilitoni sugli scudi.

Si ricordino i bei versi del Leopardi (Nelle nozze della sorella Paolina):

Finchè la sposa giovanetta il fido
Brando cingeva al caro lato, e poi
Spandea le nere chiome
Sul corpo esangue e nudo
Quando e’ reddia sul conservato scudo.

Tuttavia l’uomo può andare incontro alla morte anche per cagioni più basse e futili: non altrimenti i gladiatori che, non sem-


  1. 699.   O con questo o su questo
  2. 700.   Dopo aver gettato malamente lo scudo