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xvi A chi legge




Quanto alla disposizione materiale del volume in un certo numero di paragrafi, benchè possa a taluno sembrare che essa renda più lunghe le ricerche e che sia inutile in un libro di consultazione e che il filo discorsivo col quale ho tentato di riunire le diverse frasi sia in molti luoghi più che tenue, puerile, in altri fastidioso, in tutti superfluo (e non potrebbe essere altrimenti), è però un fatto che i copiosi indici alfabetici consentono al consultatore qualunque rapida ricerca, ed inoltre che la classificazione permette di trovare quelle citazioni delle quali non si ricorda esattamente la forma, senza di che non sarebbe possibile rintracciarle nell’indice alfabetico. Per esempio qualcuno una volta ha stampato che nel Chi l’ha detto? mancava la frase Date a Cesare quel ch’è di Cesare. Ma il testo non dice così; dice Reddite quæ sunt Cæsaris, Cæsari; e sotto Reddite si trova nell’indice il richiamo al n.º 599; chi non ricordava esattamente il testo, bastava cercasse nel § 36, Giustizia, liti e trovava egualmente la frase medesima. Ma c’è di più questo: che il mio volume non è per gli eruditi, i quali sanno già tante cose senza bisogno di esso, è per il pubblico spicciolo. E il pubblico, almeno in Italia, non compra un arido libro di erudizione in forma di dizionario; e se ha fatto buon viso alla mia fatica, devo in