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142 Chi l’ha detto? [479-480]

e la insurrezione di Sicilia contro i francesi (1282) che andò celebre col nome di Vespro Siciliano, nell’altra terzina dantesca:

479.   Se mala signoria, che sempre accora
     Li popoli soggetti, non avesse
     Mosso Palermo a gridar: «Mora! mora!»

In tempi a noi molto più prossimi abbiamo il grido:

480.   Che l’inse?1

leggendarie parole del fanciullo genovese soprannominato Balilla, quando nel 1746 die’ principio alla rivolta dei Genovesi contro gli Austriaci. Il fatto è narrato da vari cronisti cittadini, e specialmente da Fr. M. Accinelli, storico autorevole e stimato delle cose patrie, il quale tace però il nome del fanciullo, che per altre fonti si pensa essere della famiglia Perasso, abitante nel vico Capriata in Portoria. L’Accinelli narra: «Strascinavano gli Alemanni il 5 dicembre un mortaro a bombe per il quartiere di Portoria, sfondò la strada sotto il di lui peso, restò incagliato il trasporto: vollero i tedeschi sforzare alcuni del popolo ivi accorso a dar loro aiuto per sollevarlo; ricusarono tutti di por mano all’abborrito lavoro: uno dei Tedeschi alzò il bastone, e lasciò correre alcuni colpi: tanto bastò per eccitare l’incendio: un ragazzo, veduto questo, dato di piglio ad un sasso, e rivolto ai compagni, disse: Che l’inse? (motto genovese, che vale a dire, incomincio la zuffa); accordando gli altri, lanciò una sassata al soldato percussore. Il lampo fu questo, e seguitò incontanente una grandine di sassate sì furiosa, che mise in fuga i Tedeschi. Rinvenuti questi dallo stordimento cagionato dall’improvvisata, ritornarono con le sciabole sfoderate, che furono ben presto rintuzzate da un’altra nuvola di pietre, che gli obbligò a salvarsi in furia. Già annottava, nè per allora altro moto vi fu; alle ore una di notte il minuto popolo si mosse da Portoria in piccolo numero gridando ad alta voce: animo, animo, a palazzo, a palazzo a prender le armi, viva Maria; calarono per il borgo dei Laneri, per la contrada dei Servi, per la


  1. 480.   Che la rompo?