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128 | Chi l’ha detto? | [433-434] |
433. Magister est prioris posterior dies.1
il quale detto trae forse origine da un passo di Pindaro (Olimp., I, v. 53-54): Ἁμέραι δ᾿ ἐπίλοιποι μάρτυρες σοφώτατοι, o da un altro di Demostene, nella I Olintiaca (11): Πρὸς γὰρ τὸ τελευταῖον ἐκβὰν ἕκαστον τῶν πρὶν ὑπαρξάντων κρίνεται. P. Siro (Sent. 124, ed. Ribbeck) invece dice: Discipulus est prioris posterior dies, che può parere più giusto; ma e l’una e l’altra sentenza son vere, poichè la esperienza dell’oggi ammaestra pel domani ed apre gli occhi sugli errori di ieri.
Ma l’esperienza anche insegna che per quanto sia lunga la vita, non è mai sufficiente a dare una compiuta conoscenza di qualunque arte, di qualunque disciplina. Saviamente dicevano gli antichi:
434. Ars longa, vita brevis.2
L’origine di questa sentenza ha da cercarsi negli Aforismi di Ippocrate, dove, in principio, è detto: ὁ βίος βραχὺς, ἡ δὲ τέχνη μακρὴ, che Seneca (De brevitate vitæ, I) tradusse: Vitam brevem esse, longam artem; mentre Longfellow in A Psalm of Life così ridusse:
La sentenza ippocratica che si riferisce principalmente alla medicina, è questa nella sua integrità: