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114 Chi l’ha detto? [387-389]


A chi, perseguitato dalle donne, volesse trarne vendetta, è difficile di suggerire il come. Forse perseguitandole? oibò! cattivo mestiere,

387.   Il mestiere di molestar le femmine, il più pazzo, il più ladro, il più arrabbiato mestiere di questo mondo.

L’unica vendetta possibile, secondo alcuni, è.... il matrimonio! ma è un’arme pericolosa, come il cattivo coltello, che taglia prima il dito che il pane. Cominciano a dirne plagas gli etimologisti:

388.   “Cælebs”, cælestium vitam ducens.1

ha il coraggio di affermare, senz’ombra di dubbio, Prisciano nelle Institutiones Grammaticæ (lib. I, § 23; nella ediz. dell’Hertz, Lips. Teubner 1855, a pag. 18). Del resto domandatelo ai mariti. Quanti di loro chiameranno beato solo colui che possa scrivere:

389.   Ci-gît ma femme: oh qu’elle est bien
Pour son repos et pour le mien.2

Fournier dice di questo feroce epigramma, «qui n’est pas d’un trop méchant poëte, si elle est d’un assez méchant mari.» Alcuni l’attribuiscono a Piron, ma lo calunniano, poiché «il fut bon mari, même en vers»: è invece di J. Du Lorens, «bon faiseur de satires, dans lesquelles, en mari malheureux et conséquent, il continue de ne pas épargner sa femme.» Non lo si confonda con Enrico Giuseppe Du Laurens, vissuto circa un secolo più tardi, e autore di molti scritti satirici e irreligiosi. Questo epigramma fu mediocremente imitato dall’ab. Saverio Bettinelli:

Oh come ben mia moglie qui si giace
Per la sua, per la mia pace!

Un giornale parigino narrava che nell’ottobre del ’96 un negoziante andò all’amministrazione del cimitero del Père Lachaise


  1. 388.   Celibe, vuol dire chi conduce vita celeste.
  2. 389.   Qui giace mia moglie: oh come sta bene qui per il riposo suo e per il mio.