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[294-297] Cose fisiche 81

Giovanni Polli con Rosa Bazzoni, l’autore agli sposi D. (Milano, tip. Molina, 1848). Errata è la lezione comune (Luna romito aereo ecc.), diffusa con la prima pubblicazione che di questa ode fece, senza nominarne l’autore, il Maroncelli nelle Addizioni alle Mie Prigioni e accolta anche nella stampa delle Poesie del Bazzoni, edite a cura dei nipoti (Milano, 1897); e sulla fede di questa ripetuta pure nelle ediz. 3ª-6ª della presente opera. Ma la vera lezione fu ristabilita da Isidoro Del Lungo nello scritto Un cimelio patriottico del 1825 (nella Rivista d’Italia, anno X, vol. II, settembre 1907, pag. 353-373), ove egli osserva, fra altro, nessuno essersi accorto che «in quel grappolo di epiteti, penzolanti dall’astro, almeno uno non aveva senso possibile, cioè l’aereo»; e della persistenza dei più nell’errore si dolse egli stesso in un articoletto: La «romita aerea» nel Marzocco, di Firenze, del 7 aprile 1918.

Tornando ancora a Dante, troviamo che Venere v’è chiamata

294.   Lo bel pianeta che ad amar conforta

(ma Giuseppe Bassi nel Fanfulla della Domenica del 12 novembre 1893, sostiene con argomenti di qualche peso che Dante qui allude non a Venere, ma al Sole); e il colore del firmamento, l’azzurro, indicato con la gentile perifrasi:

295.         Dolce color d’orïental zaffiro.

Caliamo in terra. Se davanti a te vedi levarsi dei folti e annosi alberi, puoi chiamarli col Tasso

296.                        ....Ombrose piante
     D’antica selva.

fra le quali sorgerà certamente con altre mille l’

297.          Arbor vittoriosa, triunfale,
     Onor d’imperadori e di poeti

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