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70 | delle speranze d’italia |
più che non la ghibellina. E sotto la sana ombra di lei nacquero, crebbero i padri di tutte le grandezze italiane: san Francesco, la gran carità, san Bonaventura e san Tomaso, la gran filosofia teologica Italiana; il Compagni, i Villani, che si dicon grandi cronachisti, ma che in virtù sono forse i più grandi storici italiani; Dante, Petrarca, e Boccaccio, la gran poesia italiana non arrivata, non arrivabil forse mai più; i Pisani, Cimabue, Giotto, frate Angelico, Arnolfo di Lapo, i padri dell’arte italiana. E andiam pure più oltre: guelfe furono la maggior parte delle grandezze italiane anche posteriori al secolo guelfo: guelfe in corpo tutte le grandezze papali; guelfe tutte le ecclesiastiche; guelfe tutte quelle di Venezia, che senza il nome ebbe più che nessuna l’essenza guelfa, ebbe e serbò ciò che i Guelfi desideravano, la compiuta indipendenza: guelfe in corpo tulle le grandezze di quella Firenze, la quale non per altro fu la prima, la più gentile, la più civile, se non perchè fu la più costantemente guelfa tra le città italiane; la quale fu l’Atene d’Italia, perchè come la Grecia fu la innamorata dell’indipendenza.
9. Ma pur troppo, verso il fine del secolo xiii, i Guelfi (come succede fra’ trionfi a tutte le parti), caddero in gravissimi errori. E prima in quello già accennato di esagerare, purificare le democrazie. Meno male! quando la democrazia ha