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6 prefazione


tera la grande e storica curva delle mura urbane dalla Torre della Zecca Vecchia sino a Porta al Prato, anzi sino alla pittoresca Porticciuola, di contro ai bagni della Vagaloggia, che gli artisti non si stancavano mai di riprodurre? Ho sott’occhi un giornale del tempo, che, fra le ragioni, metteva anche quella igienica di dar I. - Palazzo dei Priori fra il 1342 e il 1344.1 maggiore ventilazione alla città, come se la conca dell’Arno non fosse un de’ più turbinosi veicoli di vento che si conoscano. E v’hanno quindi dei vecchi che ora rimbeccano che «al tempo delle mura, in città s’aveva meno tramontana e meno polvere». Nè, penso io, le torri e le porte, rispettate per un resto di pudore, dovevan parere allora cippi abbandonati in mezzo a un campo, così slegate dalla loro catena merlata. E come sono amene quelle porte, aperte laddove tutto è aperto e per tutto si passa: forche caudine per gli storici e gli esteti di facile contentatura!

Ogni città ha certo diritto di trasformarsi, ma deve saperlo fare con criteri bene equilibrati tra le vere e imperiose necessità nuove e il rispetto della storia e dell’arte. Il fare un piano regolatore, tirando una rete di linee diritte, sopra una pianta della città, senza tener conto di quel che si va ad incontrare e a rovinare, è opera altrettanto facile che biasimevole. Il piano regolatore, seriamente studiato, deve trovar modo di corrispondere ai sovraggiunti bisogni, conservando ciò che i secoli hanno più ammirato e celebrato. Non tutto, perciò, nelle demolizioni del centro doveva andare perduto. Di fronte alla Loggia del Pesce e a Piazza Sant’Andrea, per non dir altro, le costruzioni do-

  1. I. - Palazzo de’ Priori frescato nelle Stinche e rimasto nella Scala della Società Filarmonica in Via Ghibellina n. 83. È interessante perchè riproduce il palazzo con l’avancorpo o cassero che vi fece costruire il Duca d’Atene (1342-1343) e che fu demolito subito dopo la sua fuga. Fu in passato attribuito a Cennino Cennini perchè si credeva che questi fosse stato prigione nelle Stinche e vi avesse pur dettato il suo Libro dell’arte o trattato della pittura. L’argomento non era davvero molto solido; ad ogni modo anch’esso è caduto, perchè l’indicazione delle Stinche scritta in un codice di quel libro, con la data 1437, è da riferirsi ad un copiatore. (Raccolta topografica degli Uffizi. — Fotografia dei Fratelli Alinari).