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26 | trattato della pittura |
Capitolo XXXIX.
Il modo del fare rosso ch’è chiamato cinabrese, da incarnare in muro; e di suo’ natura.1
Rosso è un colore che si chiama cinabrese chiara, e questo colore non so che s’usi altrove che a Firenze; ed è perfettissimo a incarnare, o ver fare incarnazioni di figure in muro, e lavorallo in fresco. Il qual colore si fa della più bella sinopia che si truovi, e più chiara; ed è missidada e triata con bianco santogiovanni, il quale così si chiama a Firenze; ed è fatto questo bianco con calcina ben bianca e ben purgata. E quando questi due colori sono ben triati insieme (cioè le due parti cinabrese, e il terzo biancozzo), fanne panetti piccoli come mezze noci, e lasciali seccare. Come n’hai bisogno, tra’ne quel che ti pare; chè il detto colore ti fa grande onore di colorir volti, mani, e ignudi in muro, come detto ho. E talvolta ne puo’ fare di belli vestiri, che in muro paiono di cinabro.
Capitolo XL.
Della natura del rosso il quale vien chiamato cinabro; e come si dee triarlo.
Rosso è un colore che si chiama cinabro: e questo colore si fa per archimia, lavorato per lambicco; del quale, perchè sarebbe troppo lungo a porre nel mio dire ogni modo e ricetta, lascio stare. La ragione? perchè, se ti vorrai affaticare, ne troverrai assai ricette, e spezialmente pigliando amistà di frati. Ma io ti consiglio, perchè
- ↑ II Vasari mostra di non aver letto con attenzione questo Trattato, imperocchè nella Vita di Agnolo Gaddi dice che Cennino non fa menzione del rosso cinabrese. (T.)