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22 | III. — SISTEMA PLANETARIO O SISTEMA DEL SOLE. |
chie oscure permanenti; qualche volta soltanto si vede lo splendor suo uniforme impallidire qua e là per breve tratto, ma si tratta in generale di cosa da poco e fugace. Venere ha certo un’atmosfera, e probabilmente un’atmosfera più pura e trasparente della terrestre, ciò che dovrebbe produrre sovr’essa un cielo assai meno e più di rado corrucciato che il nostro. Le piccole macchie che finora si è giunti a constatare su Venere sono infatti poco frequenti, appaiono tenui, diffuse, e più che le nostre nubi richiamano le nostre nebbie meno dense. La tenuità di queste macchie rende assai difficile determinare quanto duri la rotazione di Venere intorno a sè medesima, anzi può dirsi che la durata di questa rotazione è tuttora un problema aperto ed insoluto. Le recenti ricerche dello Schiaparelli escludono che essa sia di circa 24 ore, come dai più si è creduto, e rendono piuttosto verosimile che essa duri quanto la rivoluzione, e che Venere rivolga essa pure, così come Mercurio, sempre lo stesso emisfero al Sole.
Talora, mentre Venere brilla sull’orizzonte ridotta a falce sottilissima, si vede di essa l’intero disco (tav. XVI fig. 1) grazie ad una luce debole ed incerta sovr’esso diffusa. È una luce che richiama la luce cinerea della Luna, ma che non si può spiegare in modo analogo, ricorrendo a luce riflessa dalla Terra oppure da Mercurio verso Venere. Alcuni l’hanno attribuita ad una fosforescenza intrinseca all’atmosfera o alla superficie del pianeta, ma anche questa spiegazione ha il suo lato debole. La luce secondaria di Venere, fenomeno che si osserva saltuariamente e a lunghi intervalli, rimane per ora inesplicata.
7. Dare moto alla Terra, farla roteare e ad un tempo correre velocissima attraverso allo spazio universo fu certo il pensiero più robusto ed audace della mente umana. Stando sulla Terra, noi attribuiamo al Sole un movimento che in realtà appartiene alla Terra. Questa si muove attorno al Sole in un’orbita ellittica che per ordine di distanza vien dopo quella di Venere, e contemporaneamente ruota intorno a sè stessa. Compie la sua rivoluzione in 365 giorni e un quarto circa, la sua rotazione in 24 ore; la sua rivoluzione produce il nostro anno, la rotazione il nostro giorno, il sorgere, il tramontare del Sole e di tutti gli astri del cielo.
La Terra è, come gli altri pianeti, tenebrosa, opaca; splende essa pure quale astro nello spazio per luce solare riflessa; vista dal Sole apparirebbe come un globulo lucente, una pallottola di diametro apparente uguale a circa 17 secondi d’arco. A così piccola cosa può ridursi questa Terra, che è pur così grande, solo che si cambii il punto di vista! La Terra non è sferica, non è neppure di forma esattamente e geometricamente definibile. La forma che meglio delle altre si avvicina alla sua è quella di un ellissoide di rivoluzione di cui il semidiametro equatoriale misura 6378249 metri, il semidiametro polare 6356515: quando si parla di raggio terrestre si accenna all’equatoriale.
Nell’economia terrestre ha una parte importantissima l’atmosfera, ed è probabile che altrettanto succeda in tutti i pianeti d’atmosfera dotati. Nell’atmosfera terrestre correnti continue si succedono senza posa, le une ascendono, le altre precipitano; le une vanno dall’equatore al polo, le altre battono la via opposta, ed in mezzo a tanto movimento le nubi si formano, le bufere si svolgono, la grandine ha origine, l’elettricità si sviluppa e si condensa, i lampi e i tuoni si susseguono, le aurore polari splendono, i semi della vita organica si agitano sospesi, la luce in mille guise si inflette e riflette generando il colore del cielo, i colori vari ed attraentissimi degli oggetti, le onde sonore in modo inconcepibile s’incontrano, si fondono, si percuotono e ripercuotono, veicoli inconsci dell’armonia e del suono, del linguaggio e delle idee umane.
Al di là dell’atmosfera terrestre, molto al di là, a una distanza di 384400 chilometri, v’è qualche cosa che appartiene ancora alla Terra, v’è il satellite suo (cap. II), la Luna, di cui il diametro è 0,273 del diametro terrestre, e di cui la massa è 1/80 della massa della Terra.
8. Tutti i pianeti che si aggirano attorno al Sole a distanze maggiori della Terra, pianeti superiori, presentano alcune particolarità di moto che importa conoscere. V’è un momento in cui il pianeta, il Sole e la Terra si trovano rispettivamente in C, in S, in O (fig. 6), ossia (astrazion fatta dall’inclinazione che il piano dell’orbita del pianeta ha sull’eclittica) in linea retta, essendo il Sole frammezzo (congiunzione del pianeta); allora dalla Terra, e il pianeta e il Sole si vedono lungo visuali che giaciono in un istesso piano, ed essi passano per conseguenza contemporaneamente al meridiano, ed il pianeta immerso nella luce solare è invisibile. V’è un altro momento in cui i tre corpi vengono ancora a disporsi in linea retta, S O O, essendo però la Terra frammezzo (opposizione del pianeta); allora il pianeta è a 180 gradi dal Sole, culmina 12 ore dopo di esso, e durante la notte se ne può seguire in cielo l’intero arco diurno. Quando il pianeta esce dalla sua congiunzione col Sole, è alla sua distanza massima dalla Terra, ed appare piccolissimo; quando è in opposizione, è anche alla sua distanza minima dalla Terra, ed assume per conseguenza la sua grandezza massima apparente.
Tutti i pianeti pel loro moto proprio percorrono il cielo da occidente verso oriente, da destra verso sinistra di chi li guarda. I pianeti superiori nella più gran parte di loro apparizione si muovono essi pure di questo moto diretto, ma prima di arrivare all’opposizione rallentano a gradi a gradi il loro moto, finchè si arrestano per intiero; dopo una sosta (stazione) di qualche durata, prendono a muoversi da oriente ad occidente, da sinistra a destra (moto retrogrado), e retrocedendo fra le stelle raggiungono l’opposizione; continuano al di là di questa il loro moto retrogrado, ed arrivano così ad una seconda sosta o stazione, a partire dalla quale riprendono il moto normale diretto, da occidente ad oriente.