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44 la vita di catullo.

aver più fede nella sua donna. Il poeta fa come degli sforzi per ricomporre quest’idolo senza testa; si scaglia contro a Copone, che gli ricorda i passati dissapori,1 vuol cancellare a ogni costo dalla sua memoria le infedeltà di colei, che era stata tanto generosa da riaprirgli le braccia; ma quella gran macchia nera è sempre là, dinanzi a’suoi occhi che gl’inforsa la luce dell’amor suo, gli turba la pace e la vita. Le promesse di Lesbia non hanno più valore per lui. Quando ella, per compassione più che per altro, l’assicura

                                        ch’altri un amplesso
Mai non avrà, foss’anche Giove istesso;2

egli sorride amaramente, e risponde che tutto ciò che promette una donna s’ha a scriver nel vento e nell’onda. Ci fu un momento, che il poeta fu stanco dì questa lotta. Non avendo la forza di rinunziare per sempre a quella donna, che s’involava furtiva dalle sue braccia per correre in quelle di Rufo, che s’era innamorato di lei nell’anno e forse nei primi giorni stessi che ella avea rifatta la pace con Catullo;3 convinto ch’era impossibile che quella traviata si contentasse soltanto di lui, prese la codarda risoluzione di transigere col proprio onore, rassegnarsi alla vergogna, prendere di lei quel tanto che poteva, e non chiederle altro per non riuscirle molesto.4 L’amore trasforma; fa perdere, o acquistar tutto, secondo i casi. Dicono che Iddio fece il mondo, ma è certo che la donna fa l’anima. La donna

  1. Carm. CIV.
  2. Carm. LXX.
  3. Schwab, loc. cit.
  4. LXVIII.