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276 | annotazioni. |
dov’è a notare quell’una preso da Catullo, che l’avea preso a sua volta da Platone, e che è di maggiore effetto di quel di Properzio:
Nox tibi longa venit nec reditura dies; |
e ricorda il verso di Dante:
La morte, si sa, era creduta consanguinea del sonno; e fu opinione volgare che gli uomini fossero tratti a morte dalle stesse cagioni che ci traggono al sonno. Onde Lucrezio:
Tu quidem ut es lecto sopitus, sic eris ævi |
Anche nelle sacre carte la Morte è chiamata col nome di sonno o di quiete; e ferreo sonno, χαλκεον ὖπνον, la chiamarono i Greci. Onde Valerio Flacco:
En frigidus orbes |
E cimiteri son detti i sepolcreti, con greco vocabolo; perchè i Cristiani hanno fede che dopo morte non si faccia che dormire. Beati loro, che non dividono i dubbii del povero Amleto!
To die, to sleep; |