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questioni.


ma la memoria delle passate voluttà, il pensiero che le bellissime forme di lei si prodigano vilmente a chiunque, gli fa spasimar l’anima di dolore.

L’ultimo carme però del quarto periodo, l’ultimo in cui il poeta abbia fatto menzione del suo infelicissimo amore, è a parer mio l’XI; scritto fuor d’ogni dubbio dopo l’estate del 55, probabilmente nell’ultim’anno della sua vita, quando s’era già riconciliato con Cesare.


V.


Amici e rivali.


Non posso chiudere questo capitolo delle questioni senza far cenno di quelli amici e rivali del poeta, dei quali si fa parola qua e là in questi ventisette carmi, che ho il piacere di presentare illustrati e tradotti.

Il primo e migliore e più costante amico di Catullo fu senza dubbio Manlio Torquato, il cui nome leggiamo nei versi 16 e 222 del carme nuziale, e il cognome nel 216 dello stesso. Disceso da antica e nobilissima famiglia, come risulta dalla strofe 45 del medesimo carme, dalla famiglia dei Manlii, una delle duemila, che, negli ultimi anni della repubblica, componevano tutta la lista dei possidenti romani, egli fu tenuto in gran conto non solamente per gl’illustri natali e per le cariche importanti, a cui fu chiamato, ma e per la liberalità dell’animo, di cui s’ebbe a lodare più volte il nostro Valerio,1 e per la coltura dell’ingegno accoppiato a una

  1. Carm. LXVIII.