Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/76

38

gerio de’ cristiani, saremo liberati noi dalla guerra, e divisione e molte iniquità, il popolo infedele dalla sua infidelità; e con questi modi voi verrete, ed averete la riformazione delli buoni pastori della santa Chiesa; riponetele il cuore che ha perduto dell’ardentissima carità che tanto sangue le è stato svecchiato per gli iniqui devoratori, che tutta è impallidita. Ma confortatevi e venite padre, e non fate più aspettare i servi di Dio, che s’affliggono per lo desiderio, ed io misera miserabile, non posso più aspettare; vivendo mi pare morire stentando, vedendo tanto vituperio di Dio. Non vi dilungate però dalla pace per questo caso, che è addivenuto di Bologna C, ma venite, che io vi dico che li lupi feroci vi metteranno il capo in grembo come agnelli mansueti, e dimanderanno misericordia a voi, padre. Non dico più. Pregovi, padre, che udiate e scoltiate quello che vi dirà frate Raimondo e gli altri figliuoli che sono con lui D), che vengono da parte di Cristo crocifisso e da mia, che sono veri servi di Cristo e figliuoli della santa Chiesa. Perdonate, padre, alla mia ignoranzia, e scusimi dinanzi alla vostra benignità, l’amore e dolore che mel fa dire. Datemi la vostra benedizione. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.