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cato eravamo fatti nemici di Dio. O dolce ed amoroso Verbo, che con l’amore hai ritrovata la pecorella, e con l’amore le hai data la vita, ed haila rimessa nell’ovile, cioè rendendole la grazia, la quale avea perduta. O santissimo babbo mio dolce, io non ci vedo altro modo, nè altro rimedio a riavere le vostre pecorelle, le quali come ribelle si sono partite dall’ovile della santa Chiesa, non obbedienti, nè subiette a voi, padre. Unde io vi prego da parte di Cristo crocifisso, e voglio che mi facciate questa misericordia, cioè con la vostra benignità vinciate la loro malizia. Vostri siamo, o padre, ed io cognosco e so che a tutti in comune lo’ pare aver male fatto, e poniamo che scusa non abbino nel male adoperare, nondimeno per le molte pene e cose ingiuste ed inique che sostenevano per cagione de’ mali pastori e governatori D, lo’ pareva non potere fare altro, perocchè sentendo il puzzo della vita di molti rettori, i quali sapete che sono demonii incarnati E, vennero in tanto pessimo timore che fecero come Pilato, il quale per non perdere la signoria uccise Cristo, e così fecero essi, che per non perdere lo Stato vi hanno perseguitato. Misericordia adunque, padre, v’addimando per loro, e non ragguardate all’ignoranzia e superbia de’ vostri figliuoli; ma con l’esca dell’amore e della vostra benignità dando quella dolce disciplina e benigna reprensione che piacerà alla santità vostra, rendete pace a noi, miseri figliuoli, che abbiamo offeso. Io vi dico, dolce Cristo in terra, da parte di Cristo in cielo, che facendo così, cioè senza briga e tempesta, essi verranno tutti con dolore dell’offesa fatta e metterannovi il capo in grembo. Allora goderete e noi goderemo; perchè con amore avrete rimessa la pecorella smarrita nell’ovile della santa Chiesa, ed allora, babbo mio dolce, adempirete il santo desiderio vostro e la volontà di Dio, cioè di fare il santo passaggio, il quale io v’invito per parte sua a tosto farlo, e senza negligenzia, ed essi si di-