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A GREGORIO XI. A


I. |||
Del cognoscimento di sè stesso.|||
II. |||
Dell’amor proprio e de’ danni che partorisce.|||
III. |||
Del modo di estinguerlo, cioè, della carità, e come a questa si pervenga.|||
IV. |||
Conforta il papa a non temere, ed a sollecitare il ritorno a Roma.|||
V. |||
A sovvenire i Lucchesi ed i Pisani, acciò essi non si uniscano co’ ribelli.|||
VI. |||
L’esorta a promuovere gli uomini virtuosi.|||
VII. |||
E a dare un buon Vicario all’Ordine de’ Predicatori.|||


Lettera prima

Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce B.


I. A voi, reverendissimo e dilettissimo padre in Cristo Jesù C, la vostra indegna, misera, miserabile figliuola Catarina, serva e schiava D de’ servi di Jesù Cristo, scrive nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi uno arbore fruttifero, pieno di dolci e soavi frutti e piantato in terra fruttifera: perocchè se fosse fuora della terra si seccarebbe e non farebbe frutto; cioè, nella terra del vero cognoscimento di voi. Pe-

S. Caterina da Siena. Opere. T. III. I