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60 | il cortegiano |
litterati. In questo modo, per le ragioni che avemo dette,
fuggirà l’affettazione, e le cose mediocri che farà parranno
grandissime.
XLV. Rispose quivi messer Pietro Bembo: Io non so, Conte, come voi vogliate che questo Cortegiano, essendo litterato, e con tante altre virtuose qualità, tenga ogni cosa per ornamento dell’arme, e non l’arme e ’l resto per ornamento delle lettere; le quali, senza altra compagnia, tanto son di dignità all’arme superiori, quanto l’animo al corpo, per appartenere propriamente la operazion d’esse all’animo, così come quella delle arme al corpo. — Rispose allor il Conte: Anzi, all’animo ed al corpo appartiene la operazion dell’arme. Ma non voglio, messer Pietro, che voi di tal causa siate giudice, perchè sareste troppo sospetto ad una delle parti: ed essendo già stata questa disputazione lungamente agitata da uomini sapientissimi, non è bisogno rinovarla; ma io la tengo per diffinita in favore dell’arme, e voglio che ’l nostro Cortegiano, poich’io posso ad arbitrio mio formarlo, esso ancor così la estimi. E se voi sete di contrario parer, aspettate d’udirne una disputazion, nella qual così sia licito a chi difende la ragion dell’arme operar l’arme, come quelli che difendon le lettere oprano in tal difesa le medesime lettere; chè se ognuno si valerà de’ suoi instrumenti, vedrete che i litterati perderanno. — Ah, disse messer Pietro, voi dianzi avete dannati i Franzesi che poco apprezzan le lettere, e detto quanto lume di gloria esse mostrano agli uomini, e come gli facciano immortali; ed or pare che abbiate mutata sentenza. Non vi ricorda, che
Giunto Alessandro alla famosa tomba |
È se Alessandro ebbe invidia ad Achille non de’ suoi falli, ma della fortuna che prestato gli avea tanta felicità che le cose sue fosseno celebrate da Omero, comprender si può che estimasse più le lettere d’Omero, che l’arme d’Achille. Qual altro giudice adunque o qual’altra sentenza aspettate voi