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libro terzo. 215


con tutte quelle cose che imaginar sa che le abbiano a piacere? A qual tempo affacciar mai si può alla finestra, che sempre non veda22 passar l’ostinato amante, con silenzio di parole ma con gli occhi che parlano, col viso afflitto e languido, con quegli accesi sospiri, spesso con abondantissime lacrime? Quando mai si parte di casa per andar a chiesa o ad altro loco, che questo sempre non le sia inanzi, e ad ogni voltar di contrata non se le affronti con quella trista passion dipinta negli occhi, che par che allor allora aspetti la morte? Lascio tante attilature, invenzioni, motti, imprese, feste, balli, giochi, maschere, giostre, torniamenti; le quai cose essa conosce tutte esser fatte per sè. La notte poi mai risvegliarsi non sa, che non oda musica, o almen quello inquieto spirito intorno alle mura della casa gittar sospiri e voci lamentevoli. Se per avventura parlar vuole con una delle sue fanti, quella, già corrotta per denari, subito ha apparecchiato un presentuzzo, una lettera, un sonetto, o tal cosa, da darle per parte dello amante; e quivi entrando a proposito, le fa intendere quanto arde questo meschino, come non cura la propria vita per servirla; e come da lei niuna cosa ricerca men che onesta, e che solamente desidera parlarle. Quivi a tutte le difficoltà si trovano rimedii, chiavi contrafatte, scale di corde, sonniferi; la cosa si dipinge di poco momento; dànnosi esempii di molt’altre che fanno assai peggio; di modo che ogni cosa tanto si fa facile, che essa niuna altra fatica ha, che di dire: Io son contenta; — e se pur la poverella per un tempo resiste, tanti stimoli le aggiungono, tanti modi trovano, che col continuo battere rompono ciò che le osta. E molti sono che, vedendo le blandizie non giovargli, si voltano alle minacce, e dicono volerle publicar per quelle che non sono ai lor mariti. Altri patteggiano arditamente coi padri, e spesso coi mariti, i quali, per denari o per aver favori, dànno le proprie figliole e mogli in preda contra la lor voglia. Altri cercano con incanti e malie tor loro quella libertà che Dio all’anime ha concessa: di che si vedono mirabili effetti. Ma io non saprei ridire in mill’anni tutte le insidie che oprano gli uomini per indur le donne alle lor voglie, che son infinite; ed, oltre a quelle