fetta Cortegiana: perchè di questa non so io da che pigliarne
lo esempio; ma della regina non mi bisogneria andar troppo
lontano, e solamente basteriami imaginar le divine condizioni
d’una Signora ch’io conosco, e, quelle contemplando,
indrizzar tutti i pensier miei ad esprimer chiaramente con
le parole quello che molti veggon con gli occhi; e quando altro
non potessi, lei nominando solamente, avrei satisfatto
all’obligo mio.— Disse allora la signora Duchessa: Non uscite
dei termini, signor Magnifico, ma attendete all’ordine dato,
e formate la Donna di Palazzo, acciò che questa così nobil
Signora abbia chi possa degnamente servirla. — Seguitò il
Magnifico: Io adunque, Signora, acciò che si vegga che i
comandamenti vostri possono indurmi a provar di far quello
ancora ch’io non so fare, dirò di questa Donna eccellente
come io la vorrei; e formata ch’io l’averò a modo mio,
non potendo poi averne altra, terrolla come mia a guisa di
Pigmalione7. E perchè il signor Gaspar ha detto, che le medesime
regole che son date per lo Cortegiano, serveno ancor
alla Donna: io son di diversa opinione; chè, benchè alcune
qualità siano communi, e così necessarie all’uomo come alla
donna, sono poi alcun’altre che più si convengono alla donna
che all’uomo, ed alcune convenienti all’uomo, dalle quali
essa deve in tutto esser aliena. Il medesimo dico degli esercizii
del corpo; ma sopra tutto parmi che nei modi, maniere,
parole, gesti, portamenti suoi, debba la donna essere
molto dissimile dall’uomo; perchè come ad esso conviene
mostrar una certa virilità soda e ferma, così alla donna sta
ben aver una tenerezza molle e delicata, con maniera in ogni
suo movimento di dolcezza feminile, che nell’andar e stare
e dir ciò che si voglia sempre la faccia parer donna; senza
similitudine alcuna d’uomo. Aggiungendo adunque questa
avvertenza alle regole che questi signori hanno insegnato al
Cortegiano, penso ben che di molte di quelle ella debba potersi
servire, ed ornarsi d’ottime condizioni; come dice il
signor Gaspar; perchè molte virtù dell’animo estimo io che
siano alla donna necessarie così come all’uomo; medesimamente
la nobilità, il fuggire l’affettazione, l’esser aggraziata
da natura in tutte l’operazion sue, l’esser di buoni costumi,