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172 il cortegiano


fetta Cortegiana: perchè di questa non so io da che pigliarne lo esempio; ma della regina non mi bisogneria andar troppo lontano, e solamente basteriami imaginar le divine condizioni d’una Signora ch’io conosco, e, quelle contemplando, indrizzar tutti i pensier miei ad esprimer chiaramente con le parole quello che molti veggon con gli occhi; e quando altro non potessi, lei nominando solamente, avrei satisfatto all’obligo mio.— Disse allora la signora Duchessa: Non uscite dei termini, signor Magnifico, ma attendete all’ordine dato, e formate la Donna di Palazzo, acciò che questa così nobil Signora abbia chi possa degnamente servirla. — Seguitò il Magnifico: Io adunque, Signora, acciò che si vegga che i comandamenti vostri possono indurmi a provar di far quello ancora ch’io non so fare, dirò di questa Donna eccellente come io la vorrei; e formata ch’io l’averò a modo mio, non potendo poi averne altra, terrolla come mia a guisa di Pigmalione7. E perchè il signor Gaspar ha detto, che le medesime regole che son date per lo Cortegiano, serveno ancor alla Donna: io son di diversa opinione; chè, benchè alcune qualità siano communi, e così necessarie all’uomo come alla donna, sono poi alcun’altre che più si convengono alla donna che all’uomo, ed alcune convenienti all’uomo, dalle quali essa deve in tutto esser aliena. Il medesimo dico degli esercizii del corpo; ma sopra tutto parmi che nei modi, maniere, parole, gesti, portamenti suoi, debba la donna essere molto dissimile dall’uomo; perchè come ad esso conviene mostrar una certa virilità soda e ferma, così alla donna sta ben aver una tenerezza molle e delicata, con maniera in ogni suo movimento di dolcezza feminile, che nell’andar e stare e dir ciò che si voglia sempre la faccia parer donna; senza similitudine alcuna d’uomo. Aggiungendo adunque questa avvertenza alle regole che questi signori hanno insegnato al Cortegiano, penso ben che di molte di quelle ella debba potersi servire, ed ornarsi d’ottime condizioni; come dice il signor Gaspar; perchè molte virtù dell’animo estimo io che siano alla donna necessarie così come all’uomo; medesimamente la nobilità, il fuggire l’affettazione, l’esser aggraziata da natura in tutte l’operazion sue, l’esser di buoni costumi,