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libro secondo. 123


ma non gli dà pur licenza; tanto gode di vedersi inanzi una persona che languisca in miseria, e in van le domandi mercede. — Rispose un dei dui: Questa non è crudeltà; ma un tacito ammaestramento di questa signora a’ voi, per farvi conoscere che essa non compiace mai a chi le domanda con molta importunità. — Rispose l’altro: Anzi è un avvertirlo, che ancor ch’ella non dia quello che se le domanda, pur le piace d’esserne pregata. — Eccovi, dal non aver quella signora dato licenza al povero33, nacque un detto di severo biasimo, uno di modesta laude, ed un altro di gioco mordace.

XLVIII. Tornando adunque a dechiarire le sorti delle facezie appartenenti al proposito nostro, dico che, secondo me, di tre maniere se ne trovano, avvenga che messer Federico solamente di due abbia fatto menzione: cioè di quella urbana e piacevole narrazion continuata, che consiste nell’effetto d’una cosa; e della subita ed arguta prontezza; che consiste in un detto solo. Però noi ve ne giungeremo la terza sorte, che chiamamo burle; nelle quali intervengon le narrazioni lunghe, e i detti brevi, ed ancor qualche operazione. Quelle prime adunque, che consistono nel parlar continuato, son di maniera tale, quasi che l’uomo racconti una novella. E, per darvi un esempio: In que’ proprii giorni che morì papa Alessandro Sesto, e fu creato Pio Terzo, essendo in Roma e nei palazzo messer Antonio Agnello, vostro mantuano, signora Duchessa, e ragionando appunto della morte dell’uno e creazion dell’altro, e di ciò facendo varii giudicii con certi suoi amici, disse: Signori, fin al tempo di Catullo cominciarono le porte34 a parlare senza lingua ed udir senza orecchie, ed in tal modo scoprir gli adulterii; ora, se ben gli uomini non sono di tanto valor com’erano in que’ tempi, forse che le porte, delle quai molte, almen qui in Roma, si fanno de’ marmi antichi, hanno la medesima virtù che aveano allora; ed io per me credo che queste due ci saprian chiarir tutti i nostri dubii, se noi da loro i volessimo sapere. — Allor quei gentiluomini stettero assai sospesi, ed aspettavano dove la cosa avesse a riuscire; quando messer Antonio, seguitando pur l’andar inanzi e ’ndietro, alzò gli occhi, come