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libro secondo. 105


coloso; perchè, come sapete, più difficilmente s’accordano tre instrumenti di musica insieme, che dui. Vorrei adunque che ’l nostro Cortegiano avesse un precipuo e cordial amico, se possibil fosse, di quella sorte che detto avemo; poi, secondo ’l valore e meriti, amasse, onorasse ed osservasse tutti gli altri, e sempre procurasse d’intertenersi più con gli estimati e nobili e conosciuti per buoni, che con gl’ignobili edi poco pregio; di maniera che esso ancor da loro fosse amato ed onorato: e questo gli verrà fatto se sarà cortese, umano, liberale, affabile e dolce in compagnia; officioso e diligente nel servire e nell’aver cura dell’utile ed onor degli amici così assenti come presenti, sopportando i lor difetti naturali e sopportabili, senza rompersi con essi per piccol causa, e correggendo in sè stesso quelli che amorevolmente gli saranno ricordati; non si anteponendo mai agli altri con cercar i primi e i più onorati lochi; nè con fare come alcuni, che par che sprezzino il mondo, e vogliano con una certa austerità molesta dar legge ad ognuno; ed oltre allo essere contenziosi in ogni minima cosa e fuor di tempo, riprender ciò che essi non fanno, e sempre cercar causa di lamentarsi degli amici: il che è cosa odiosissima.

XXXI. Quivi essendosi fermato di parlare messer Federico, Vorrei, disse il signor Gasparo Pallavicino, che voi ragionaste19 un poco più minutamente dî questo conversar con gli amici, che non fate; chè in vero vi tenete molto al generale, e quasi ci mostrate le cose per transito. — Come per transito? rispose messer Federico. Vorreste voi forse che io vi dicessi ancor le parole proprie che sì avessero ad usare? Non vi par adunque che abbiamo ragionato a bastanza di questo? — A bastanza parmi, rispose il signor Gasparo. Pur desidero io d’intendere qualche particolarità ancor della foggia dell’intertenersi con uomini e con donne: la qual cosa a me par di molta importanza, considerato che ’l più del tempo in ciò si dispensa nelle corti; e se questa fosse sempre uniforme, presto verria a fastidio. — A me pare, rispose messer Federico, che noi abbiam dato al Cortegiano cognizion di tante cose, che molto ben può variar la conversazione, ed accommodarsi alle qualità delle persone con le quai