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Ecco, indietro, quella stupenda linea di poggi che da levante e da mezzogiorno fan corona a Firenze e che forma da questo lato un fondo quieto e maestoso ad un quadro scintillante di luce e di colori brillanti.

Il primo verso levante, dal contorno rotondeggiante è il poggio dell’Incontro sulla cui vetta boschiva si cela tra le quiete ombre un monastero di Francescani: lo segue Monte Pilli, dalla vetta acuta che forma come un angolo nella punta del quale è un vecchio oratorio: dopo questo ecco la cima pianeggiante dell’Apparita dove i viaggiatori che da Perugia e da Arezzo venivano a Firenze si arrestavano sorpresi, ammirati dall’apparizione di una delle più splendide vedute che mai si possa immaginare. Dopo l’Apparita s’alzano il poggio di Montisoni, il Poggio di Firenze e poi, proseguendo verso scirocco, i monti di Val d’Ema e Val di Greve, Monte Masso, il poggio di Cintoja, il poggio di S. Giusto.

Giù in basso, fra la linea del colle di Montughi e quel fondo di poggi ecco sollevarsi maestosi i più alti edifizj di Firenze. La cupola di S. Maria del Fiore il gigante dei monumenti fiorentini, la torre di Giotto, Palazzo Vecchio, S. Lorenzo, il Palazzo del Podestà, l’elegante campanile della Badia, quelli di S. Croce, Ognissanti, S. Maria Novella, il palagio de’ Pitti e, dietro, quella scintillante ghirlanda fiorita di colline stupende:

S. Miniato colla vecchia basilica, il piazzale Michelangelo, la deliziosa collina del Gallo col vecchio castello al quale è associato il ricordo di Galileo, Giramonte, Giramontino, Montici, Arcetri, S. Gersolè e poi più a mezzogiorno, Colombaja, Bellosguardo, Marignolle, le Campora e a guisa di sprone che s’avanza nella pianura fiorentina, il verde poggetto di Monte Oliveto.

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