Pagina:Carli - Dell'anfiteatro di Verona, 1785.djvu/24

16

rico segnatamente indicato per tale eccezione; siccome in tale evento rimarcò eccettuato dalle fiamme1 il tempio di Mefite posto avanti alle mura, che al rovinar d’altri sacri e profani edifizj si conservò.

Puossi da questo arguire che la costruzione d’alcuni steccati, o palizzate, o scepti, o con qual altro nome si voglia chiamarli, eretti per l’occasione d’un solo e fuggitivo spettacolo, non doveva in que’ tempi esser ella poi cosa di tal momento, che da un parco espositore, quale si è Tacito, meritasse la distinzione d’essere particolarmente notata. Ed altronde sapendosi, ch’era de’ Romani costume l’impiegare i soldati in manuali lavori,2 onde (siccome altrove raccogliesi) non si struggessero nell’infingardia del riposo; chiaro si mostra essere stata allora intenzione di simil comando, d’in tal modo occupare i Legionarj che si trattenevano in Italia, a deviarli dall’ozio, ed acciò (che così interpreta anche il Lipsio) non facessero stormo: ne coirent. Ma l’opra di pochi


  1. Cum omnia sacra, profanaque in igne considerent, solum Mephitis tempium stetit ante mœnia. Tac. lib. 3.
  2. Ne miles segne otium tereret. Tac. hist. lib. 1.