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276 | della rotazione agraria. |
o la silice. A voi pertanto, quando abbiate cognizione della natura fisica e chimica del terreno, sarà facile l’accordarvi la coltivazione di quella pianta che meglio può riuscire, servendovi all’uopo delle tavole che vi diedi a pag. 92, 93, 94 e 95, § 97, indicanti la composizione chimica delle piante più comunemente coltivate; e questa composizione vi potrà servire eziandio per una ben intesa rotazione.
Nella parte bassa od irrigua della Lombardia v’è una ruota di cinque anni: Nel 1.° si coltiva frumento, segale od avena, spargendovi semente di trefoglio per aver in seguito la spianata: nel 2.°, 3.° e 4.° il terreno si conserva a spianata che si concima: nel 5.° si coltiva a melgone. Alle volte la ruota è di sei anni, continuandosi anche nel 6.° a coltivare ii melgone. Ove sono risaje da vicenda la ruota può essere anche di nove anni. Nel 1.°, frumento; segale od avena come sopra, spargendovi il trefoglio per disporre il fondo a spianata, che dura pel 2.°, 3.°, 4.° e 5.° anno: nel 6.°, 7.° ed 8.° si riduce a risaja: nel 9.°, melgone. Queste due rotazioni, diverse soltanto per la loro durata, significano chiaramente che la pratica aveva già trovato utile quanto in seguito la scienza doveva trovar vero, succedendosi sempre coltivazioni che esigono principj diversi, o che arrichiscono il terreno dei principj necessarj alla successiva coltivazione. Così nel 1.° anno abbiamo piante a silice, e che esigono fosfati; poi abbiamo per tre o quattro anni il prato che fornisce il terreno di humus utile alla coltivazione del melgone e del riso prodotti ricchi di amido, mentre in egual tempo utilizza l’irrigazione e produce abbondanza di concime, permettendo il mantenimento di numeroso bestiame.
§ 276. La qualità e la quantità dei lavori richiesti dalle varie coltivazioni non deve essere menomamente trascurata, essendo cosa assai utile che una pianta sarchiata succeda ad altra non sarchiata, una pianta che ombreggi molto il terreno ad un’altra che lo copra assai poco. Così al frumento,