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Potiamo forse deriderci, ma non abbominarci scambievolmente, scrisse un dotto Italiano parlando di popoli inciviliti; siami concesso l’aggiugnere: Potiamo a buon dritto guardarci attoniti scambievolmente, ma censurarci non mai! E qui dissimularvi non so, che io avrei potuto aggiugnere molte prove, e di gran peso, tratte fuora dai vostri stessi giornali, e bastanti pur troppo a persuadere, che una non interrotta serie di scandalosi fatti debba necessariamente indurre alla convinzione, che la morale condotta sia troppo spesso anche fra di voi negletta e sprezzata; ma quello spirito di moderazione ch’essere deve la prima norma del bene operare, a me ne intima severo divieto; chè non è il garrir basso o il maligno deridere che persuada la mente e commova il cuore, ma la semplice e candida verità. Questa verità, che vi è dimostrata da un labbro quanto leale altrettanto libero, vi piaccia di accogliere, o Lady, e poiché la educazione inglese vantare vi piace sovra ogni altra, non dimenticate, vi prego, l’utilissimo precetto di rispettare per essere rispettata. Voi dotta, Voi fornita d’energico dire, fate che cessino le amare rampogne e le ingiuste accuse che a danno di una nazione, madre di magnanimi eroi ed invincibili, sì spesso ed a torto si scagliano!

Non vi sia in fine aspro, o Lady, il ricordare agli stranieri che di noi giudicano con tanto ingiusta