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di eresia (fine 1589-90), terminato a Roma presso il S. Uffizio con condanna all’abiura (1591). A Firenze (1592). A Padova (1593-94), insegnante privato in quella universitá. Colpito da due nuovi processi di eresia, pel secondo dei quali è rimandato a Roma (fine 1594). Nel carcere del S. Uffizio (1594-95). Liberato, ma dichiarato «relapsus», resta a disposizione del S. Uffizio, in prova, nel monastero di S. Sabina (1596-97). Ritorna a Napoli, dove riannoda antiche amicizie e con don Lelio Orsini visita il principe di Bisignano (v. q. n.) in Castel nuovo (primavera 1598). In Calabria (seconda metá di luglio 1598). A Nicastro rivede i fratelli Ponzio e G. B. Cortese (v. q. n.). A Stilo, dove trova super. del convento fra Pietro Presterá e fra Domenico Petrolo (v. qq. nn.). Con tutti costoro stringe intimi rapporti. Studi sulle profezie; predicazione apocalittica religioso-politica. Preparativi di una congiura (primavera-estate 1599). Avvicina vari fuorusciti, principale tra i quali Maurizio de Rinaldis (v. q. n.) che è messo a capo delle forze armate. Scoperta della congiura (fine agosto 1599). Fuga da Stilo (27-28 agosto) con fra Domenico Petrolo. Si nasconde travestito nella casa di campagna di un amico e beneficato del padre, G. A. Musuraca (v. q. n.), presso la Roccella. Ma denunziato dal Musuraca è arrestato (4-6 settembre). A Gerace, dove siede il tribunale straordinario; quindi a Napoli (8 novembre), dove è chiuso in Castel nuovo. Sotto doppia inquisizione (ribellione ed eresia: circa i particolari dei due processi v. p. 287). Primo esperimento di tortura. Confessione (7 febbraio 1600).
Finta pazzia (comincia il 2 aprile). Inquisito nel processo di eresia: seconda e terza prova di tortura, durante le quali continua a mostrarsi pazzo (giugno 1601). Chiusura del processo di eresia presso il S. Uffizio (seconda metá di settembre 1602; passato in giudicato: 8 gennaio 1603). Visita del marchese di Lavello, Giovanni Geronimo del Tufo (fine gennaio) (v. q. n.). Voci che Dionisio Ponzio (v. q. n. a q. data) prepara l’evasione del Campanella con l’aiuto della flotta turca. Incontro con Cristofaro Pflug (v. q. n.) in Castel nuovo (febbraioaprile 1603). Pratiche di evasione (d’accordo col Pflug e i Fugger pel tramite del marchese di Lavello: fine 1603, primi del 1604). Venuto in sospetto, è trasferito a Castel S. Elmo, nella «fossa» (il «Caucaso»: luglio 1604). Fine palese della pazzia (fine 1604 o principio 1605). Arrivo dello Scioppio (v. q. n.) a Napoli. Non riesce nell’intento di accostare il Campanella, ma carteggia intensamente con lui e riceve suoi manoscritti (aprile-agosto 1607). Rinnovato interessamento dei Fugger in seguito alle sollecitazioni dello Sdoppio. Il Campanella è tolto dalla «fossa» di Castel S. Elmo (marzo 1608 circa). Raffreddamento dello Scioppio e dei Fugger nei suoi riguardi (1610). Tramonto delle speranze di liberazione o di trasferimento a Roma; ma allentamento della disciplina carceraria; concessione di scrivere, di ricevere visite, d’insegnare (dal 1612 circa). Visita di Rodolfo di Bünaü e di T. Adami (v. qq. nn.) (febbraio-ottobre 1613). Nuovi inutili passi per la liberazione nel decennio seguente. Il Campanella è finalmente liberato, ma senza giudizio e sem-