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3) Poesie del tempo del ritorno in Calabria e della congiura (1598-99) — Maria regina di Scozia, tragedia (dispersa: ricordata in Syntg., I, 2, p. 21).
A questo medesimo tempo l’Amabile assegna con molta probabilitá anche il sonetto La gran donna che a Cesare... ( Scelta, n. 37)1.
Primo periodo: novembre 1599 - aprile 1600, cioè dal momento dell’arrivo a Napoli e del suo ingresso in Castel nuovo a quello della finta pazzia.
Questo periodo, che è uno dei piú drammatici, sia di tutto l’avvenimento storico in generale sia in particolare della vita del Campanella, è quello in cui si svolse il processo dei laici e s’aprì l’istruttoria del processo degli ecclesiastici2.
In Syntg. il Campanella parla abbastanza diffusamente di questo periodo:
«... Ductus fui Neapolin tanquam reus maiestatis. Ibique dum librorum copia negabatur, condidi latina hetruscaque carmina multa De sapientia prima et potentia, De primo amore, de bono, pulchro et similibus: quae omnia scribebam cum clabatur furtive commoditas; ex quibus VII libri facti sunt attilutati Cantica, quo-
- ↑ Am. T. C., I, p. 146; II, p. 90.
- ↑ I processi furono due, paralleli: quello «di maestá» (congiura e ribellione contro il governo spagnuolo) e quello di eresia, per gli arrestati ecclesiastici. Per costoro inoltre — giusta la legislazione vigente sulle immunitá ecclesiastiche — il governo spagnuolo non potette procedere direttamente, ma bisognò che si mettesse d’accordo con la Santa sede. Si giunse cosí (gennaio 1600) alla formazione di un tribunale misto. Riassumendo, la complicata azione giudiziaria si svolse cosí:
1. Processo di maestá contro gli accusati laici, di piena giurisdizione del governo spagnuolo, chiuso nel dicembre 1599;
2. Processo di maestá contro gli accusati ecclesiastici, devoluto alla competenza di un tribunale misto e chiuso per quasi tutti gl’imputati nel corso dell’anno 1602, dopo la chiusura del processo di eresia; rimasto aperto sine die per il Campanella e per qualche altro, latitante o evaso, come fra Dionisio Ponzio;
3. Processo di eresia, presso il tribunale del S. Uffizio a Roma, chiuso nel settembre 1602.
La finta pazzia de! Campanella (per cui vediInd. s. q. n.) è come l’episodio culminante e conclusivo di questo periodo (Am. T. C., II, p. 283 sgg.). Da essa ha principio il lungo, angoscioso periodo della prigionia di rigore.