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32 | Donne illustri. |
pensarvi sopra. Prova il mio coraggio in battaglia, e vedrai che io son superiore al mio sesso. Credimi; sarai fortunato se mi accetti a tua compagna in guerra.»
Così parla Giovanna d’Arco a Carlo VII nella tragedia di Shakespeare; Carlo la prova con l’arme in mano e la dichiara un’Amazzone, combattente con la spada di Debora. Egli le si offre ad amico. Giovanna risponde: il mio cómpito viene dal cielo ed è sacro: Io non debbo cedere ai riti d’amore.
Questa era la condizione della invincibilità della vergine: non cedere ad amore — il che è divinamente espresso nelle parole della Madre di Dio a Giovanna nella tragedia di Schiller:
Di maglie vestirai la tua persona
E d’usbergo pesante il molle petto.
Al virgineo tuo cuor non si perdona
Arder in fiamma di terreno affetto.
Non t’ornerai di nuzial corona
Nè berrà del tuo latte un pargoletto,
Ma sarai per famose opre di guerra
Fra le figlie d’Adamo inclita in terra.
È un obbligo sublime: la purità, non solo della vita, ma del cuore. Di fatti, finché Giovanna rimane nella religione eterea dell’amor di Dio e della patria, opera miracoli.
Gl’Inglesi avevano in mano più che mezzo il regno di Francia. Il possente re di Borgogna era con loro. Carlo VII era animoso, ma accasciato tra i piaceri. Da principio prese alcune città forti, ma poi perdè la battaglia di Verneuil nel 1424. I Dunois, i Lahire, i La Trémouille erano valorosi cavalieri, ma pessimi generali. Ogni speranza parea svanita.