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due volte (l831-1834), quello del Garigliano tra spagnuoli e francesi, ripetuto altresì due volte (1833-1854). Il brindisi del Ferruccio prima della battaglia di Gavinana, e poi la stessa battaglia ove rimase spenta la libertà fiorentina.

«Queste opere, in cui l’aspetto dei luoghi studiato dal pittore veniva rivestito del loro carattere istorico, furono passo alte più pure creazioni della fantasia. Ai suoi voli elesse l’ippogrifo ariostesco. Le magie del Furioso prestarono divini colori alla sua tavolozza. L’ombra dell’Argalia (1834); il combattimento di Bradamante con Atlante presso il castello incantato (1835); il duello tra Ferraù ed Orlando; l’altro fra Rodomonte e Brandimarte; Astolfo che insegue le Arpie (1836); Bradamante che vinto Atlante libera Ruggero; Ippalca che narra a Ruggero il rapimento di Frontino (1837); il duello fra Rinaldo e Gradasso per Bojardo (1838): Sacripante ed Angelica (1839); lasciando altri minori quadretti, formano una corona di opere che per la verità e lo splendore dell’interpretazione dimostrano non solo l’amore del pittore al poeta, ma l’affinità delle loro fantasie. Così forse solo Michelangelo aveva bene interpretato Dante in quei disegni che il mare ingojò.

Se non che l’Azeglio dalle grate immaginative ariostesche, consolatrici di servitù, si volse, d’ordine di Carlo Alberto, a dipinti ricordanti glorie e promettenti riscatti d’Italia; di che negli ultimi anni del suo luminoso passaggio all’esposizione milanese diede il duca Amedeo VI di Savoja che riceve dalle mani dei Bulgari Michele Paleologo (1838). La difesa di Nizza contro Barbarossa e contro i Francesi (1839). La battaglia di Torino e quella dell’Assietta (1848).

Fra tutte queste opere, anzi di tutta la sua decenne esposizione, la memoria si compiace maggiormente in alcuni quadri che riassumono il carattere dell’artista-poeta. I capolavori ci pajono essere: La morte del Montmorency, l’ombra dell’Argalia, il combattimento di Bradamante con Atlante, la Vendetta. La Vendetta, data in dono alla chiesa di san Fedele a sussidio della sua fabbrica ed ora posseduta dal cavaliere Poldi-Pez-