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Non c’è bisogno di dire che lo spirito umano resterà sempre molto lungi da tale perfetta conoscenza della natura. Per mostrare la distanza che ci divide dal primo principio d’essa, basta un’osservazione. Prima che le equazioni differenziali della formola del mondo potessero venir fissate, tutti i processi della natura dovrebbero esser ricondotti ai movimenti di un substrato sostanzialmente indistinto, e perciò senza alcuna proprietà, di ciò che a noi appare come materia eterogenea; in altre parole ogni qualità dovrà essere spiegata come disposizione e movimento di tale substrato per il quale io proporrei il nome di ὒλμ.

Che in realtà non esista alcuna qualità, si manifesta dall’analisi delle nostre facoltà sensitive. Secondo il nostro presente concetto, si trova in tutti i filamenti nervosi, qualunque sia la loro azione definitiva, lo stesso processo molecolare, rivolto ad entrambe le direzioni, e variabile soltanto riguardo all’intensità. Nei nervi sensori questo processo è introdotto, per mezzo degli organi dei sensi diversamente predisposti a ricevere le impressioni esterne: nei nervi motori, glandolari, ottici, nasce da cause ignote nelle cellule ganglionari centrali. Secondo questa idea un pezzo di nervo ottico potrebbe venir sostituito fibra per fibra senza danno da un pezzo di nervo elettrico avendo il necessario riguardo alla direzione della sua attività fisiologica;6 dopo la cicatrizzazione del pezzo, il nervo ottico e il nervo elettrico agirebbero perfettamente. Per di più due nervi sensori sarebbero