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e vertice diretto in alto, viene impartita nella direzione del vertice quella velocità che esso avrebbe ottenuto cadendo liberamente dal vertice nello stesso piano orizzontale. Esso giunge allora al vertice con la velocità zero, e resta in riposo finchè, secondo le supposizioni del sig. Boussinesq ad un «Principe directeur» che là dimora, piace comunicargli nella direzione preferita un impulso che gli toglie il sostegno, impulso il quale, sebbene meccanicamente equivalente a zero, deve tuttavia esser capace di farlo di nuovo sdrucciolar giù lungo le falde del cono. Un punto, una curva, o un piano dove ciò può succedere, vengono chiamati da Boussinesq point d’arrêt, ma il punto dove il cammino si biforca point de bifurcation, ed egli è d’opinione che tali punti siano quelli dove nell’organismo un principio immateriale potrebbe generare azione meccanica41.
Cournot crede di aver bisogno soltanto della forza disarticolante pari a zero, e il sig. Boussinesq dell’integrale con singolari soluzioni, per spiegar con ciò, in unione al «Principio dirigente», la varietà e l’indefinibilità dei processi organici.
La scuola fisiologica tedesca, da lungo temgo tempo abituata a non veder negli organismi altro che meccanismi particolari, difficilmente si accorderà con tale interpretazione, e nonostante le opposte assicurazioni, nonostante l’autorità di Claude Bernard42 invocata dal sig. Boussinesq, paventerà sempre dietro il «Principio direttivo», la forza vitale che in Francia,