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SOPRA DANTE 69

nel quale tu non estimi dover potere esser quelle alterazioni, le quali sono vicine alla superficie della terra: e oltre a ciò, perciocchè dice da quella ira bestiale, potrebbe alcun dire, se quello Minotauro era iracundo, non pare cbe l’autore il dovesse in questo luogo descrivere, ma piuttosto di sopra nella palude di Stige, dove punisce gli altri iracundi: ma questo dubbio assai ben si dimostra soluto per l’adiettivo il quale dà a questa ira chiamandola ira bestiale, la quale si dee intendere essere ira in tanto trapassata i termini dell’ira umana, che ella è trasandata nella bestialità, e per conseguente convertita in ostinato odio, e perciò altamente esser posta alla scesa del cerchio settimo, nel quale si puniscono i bestiali: ma Virgilio a solvere l’autore dal suo pensiero, il quale tacendo confessa esser per quella cagione che Virgilio dice, comincia continuandosi così,

Or vo’ che sappi, che l’altra fiata,
Ch’io discesi quaggiù nel basso inferno,

come di sopra è stato detto nel canto nono,

Questa roccia non era ancor cascata,

e perciò gli dimostra quando ella dovesse cascare dicendo:

Ma certo poco pria, se ben discerno,

immaginando, Che venisse colui, cioè Cristo, che la gran preda, cioè i santi padri, Levò a Dite, cioè al principe de’ dimoni; il quale quantunque abbia altri nomi, nondimeno talvolta da’ poeti è chiamato Dite, come appare per Virgilio nel sesto dell’Eneida dove dice, Inferni regia Ditis, del cerchio superno, cioè del limbo, il quale è il primo cer-