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SOPRA DANTE 173

stato era il diluvio; caricati più legni di questo suo grano, la navicò e di quello ebbe da’ paesani ciò che egli addomandò; e in questa guisa spacciatolo tutto, fiece tanti denari, che a lui medesimo pareva uno stupore: e in questa maniera di Cerere, cioè del suo grano, generò Plutone, cioè una smisurata ricchezza. E in questo luogo si pone Plutone, per lo quale s’intendono le ricchezze mondane, a tormentare coloro che quelle seppero male usare, siccome appresso apparirà; e perciò assai convenientemente qui si potrebbe di questo Plutone intendere: ma come di sopra dissi, molto meglio si conformerà al bisogno questo altro del quale si legge: che Plutone, il quale in latino è chiamato Dispiter, fu figliuolo di Saturno e della moglie, il cui nome fu Opis, e come altra volta già è detto, nacque ad un medesimo parto con Glauca sua sorella, e occultamente senza saperlo Saturno fu nutricato e allevato. Costui finsero gli antichi essere re dell’inferno, e dissero la sua real città esser chiamata Dite, della quale assai cose scrive Virgilio nel sesto dell’Eneida quivi,

Respicit Æneas subito, et sub rupe sinistra
     Moenia lata videt etc.

E appresso a Virgilio, descrive la sua corte e la sua maestà Stazio nel suo Tebaidos, dicendo,

Forte sedens media regni infelicis in arce
Dux Herebi populos poscebat crimina vitae,
Nil hominum miserans iratus, et omnibus umbris,
Stant furiae circum, variaeque ex ordine mortes,
Saevaque multisonas exercet poena catenas,
Fata ferunt animas etc