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nota 351

di B non è tale da potersi senz’altro riprodurre fedelmente nella stampa: ed in questo tipo di stampa, destinato ad un pubblico ed a finalitá speciali, meno che in altri.

Incominciando senza piú lo studio del primo di tali punti, premetto che gli errori di B si riconducono alle tre solite categorie fondamentali: interpolazioni, lacune e mutamenti.

Interpolazioni. — Nel ricopiare era facilissimo che un amanuense incorporasse nel testo note marginali scambiandole per supplementi, senza badare all’assenza dei segni di richiamo che nell’ultimo caso non avrebber dovuto mancare; tanto piú facile fu ciò per il Dec., la cui festivitá e vena satirica peculiari potevano ispirare allo stesso trascrittore o ad un lettore sfoghi, frizzi ed osservazioni di vario genere fissate in forma di postille sugli spazi bianchi delle pagine. Un esempio cospicuo di tale costume ci lasciò appunto il Mannelli, postillatore arrabbiato, le cui note bizzarre o salaci o erudite o critiche (sommano a trecento circa) furono riprodotte con sufficiente esattezza dall’edizione lucchese; ebbene, due di quelle note furono assunte per supplementi integrativi dagli editori appunto del 1761, i quali pertanto le introdussero nella loro stampa, donde si travasarono nella vulgata1! Casi consimili d’interpolazione non poterono dunque mancare nell’ascendenza di B, dalla cui lezione non è però facile snicchiarle: ed anche men facile in genere è dimostrare la lor natura di elementi intrusi, estranei al testo originale. Io ritengo di averne rintracciate alcune e passo qui a farne parola, incominciando dalla piú rilevante di tutte: la famosa espressione «cognominato prencipe Galeotto» che segue al titolo vero e proprio in capo ed in fine del libro.

Se in B la prima carta originaria, dov’era l’incipit, è andata distrutta (della carta surrogatale non è il caso d’occuparci), nessun dubbio però che quelle tre parole vi figurassero, cosí come vi figurano dentro l’explicit (c. 110v); anche, si trovano in ambedue i luoghi presso tutti gli altri testi, con unica ma ben autorevole eccezione fatta da S, il quale nella sua parte introduttiva ricorda

  1. La prima consiste nelle parole «e la buona notte» al séguito di quelle «la Ciutazza guadagnò la camiscia» II 12336, la seconda nelle parole «che ha per me’ ’l culo le corna» dopo «schinchimurra del Presto Giovanni» II 1628. Cfr. Hecker, Die Berl. Dec. - Handschr., p. 68. La seconda nota, cosí sguaiata, non è dovuta al Mannelli, ma si rivela di altra mano piú tarda, forse del sec. XV.