Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/482



NOTE DELL’EDITORE


(A) Nel leggere queste sentenze durerà fatica a credere il leggitore, essere state scritte da quel Boccaccio, che in tanta furia di laidezze trascorse nelle pagine del Decamerone. Ma poniamo mente al morale cangiamento della vita di M. Francesco, e sarà tolto ogni dubbio, anzi torremo argomento, avere il medesimo scritto il Libro delle Donne Illustri dopo il 1362, nel quale anno egli fu tornato a mente più pura dal P. Gioacchino Ciani Certosino. Boccaccio menava i giorni a mo’ di persona solo del presente sollecita, e dava sciolta la briglia a sua libidine; e dipingendo nel Decamerone la varia natura degli uomini in varia condizione di vita, propinava ad altrui quel veleno, del quale avea corrotta la mente ed il cuore. Quando, vicino a morte il Beato Pietroni Certosino, uomo tutto di Dio, quasi confortato da superno volere, mandò per M. Boccaccio un confratello di lui P. Gioacchino Ciani, perchè lo traesse di quella pozzanghera di vizj. Come il