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166 | Giovanni Boccacci |
I cape’ d’or di verde fronde ornati3,
Gli occhi lucenti e l’angelico viso,
I leggiadri costumi e ’l vago riso
Di questa onesta donna ànno scacciati
Tutti li mia disiri4, e sono ornati5
Di sì somma biltà qual io diviso5,
E ànno di lor fatto un paradiso
Degli occhi mei6, più ch’altri, inamorati.
Onde ogni altra belleza m’è noiosa:
Questa mi piace e questa vo cercando,10
In questa ogni mia gioia si riposa.
Per lei sospiro e per lei vo cantando,
Per lei m’agrada la vita amorosa,
Per lei salute spero disiando7.
Prati, giardini, vaghi balli o canti,
Sollazzi né diletti né piacere,
Giovane adatt’e leggiadre vedere,
Donne seguite da amorosi amanti,
- ↑ L’indicazione è trasparentissima, e non permette equivoci.
- ↑ Lo splendore del sole, della luna e delle stelle può talvolta essere offuscato, e il vento facilmente spegne le fiaccole: ma il fulgore degli occhi di Fiammetta (cfr. la n. precedente) non soffre diminuzione né danno.
- ↑ Cfr. p. 164, n. 4.
- ↑ È il concetto espresso più ampiamente in XVIII, 1-6, 12-14.
- ↑ «Rappresento, disegno.»
- ↑ L’identica espressione ricorre qui avanti, son. I’ solea spesso (p. 179), vv. 3-4.
- ↑ Si osservino le strette rispondenze formali e concettuali tra il son. XIII e le terzine del presente.