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capitolo i 23


biti? Che mattamente fnggi? Se tanti iddíi, tanti uomini, tanti animali, da questi son vinti, tu d’essere vinta da lui ti vergognerai? Tu non sai che ti fare. Se tu forse di sottometterti a costui aspetti riprensione, ella non ci dèe potere cadere, perciò che mille falli maggiori, e il seguire ciò che gli altri piú di te eccellenti hanno fatto, te, come poco avendo fallito e meno potente che li giá detti, renderanno scusata.

«Ma se queste parole non ti muovono, e pure resistere vorrai, pensa la tua virtú non simile a quella di Giove, né in senno potere aggiugnere Febo, né in ricchezze Giunone, né noi in bellezze; e tutti siamo vinti. Dunque tu sola credi vincere? Tu se’ ingannata, e ultimamente pur perderai. Bastiti quello che per innanzi a tutto il mondo è bastato, né ti faccia a ciò tiepida il dire; ‘Io ho marito, e le sante leggi e la promessa fede mi vietano queste cose’; però che argomenti vanissimi sono contro alla costui virtú. Elli, sí come piú forte, l’altrui leggi non curando annullisce, e dá le sue. Pasife similmente avea marito, e Fedra, e noi ancora quando amammo. Essi medesimi mariti amano le piú volte avendo moglie: riguarda Giasone, Teseo, il forte Ettore e Ulisse. Dunque non si fa loro ingiuria, se per quelle leggi che essi trattano altrui, sono trattati essi; a loro niuna prerogativa piú che alle donne è conceduta, e però abbandona gli sciocchi pensieri, e sicura ama come hai cominciato. Ecco, se tu al potente Amore non vuoi soggiacere, fuggire ti conviene; e dove fuggirai tu ch’egli non ti sèguiti e non ti giunga? Egli ha in ogni luogo uguale potenza: dovunque tu vai, ne’ suoi regni dimori, ne’ quali alcuno non gli si può nascondere, quando gli piace il ferirlo. Bastiti solamente, o giovane, che di non abominevole fuoco, come Mirra, Semiramis35, Biblis36, Canace e Cleopatra37 fece, ti molesti. Niuna cosa nuova dal nostro figliuolo verso te sará operata: egli ha cosí leggi, come qualunque altro iddio, alle quali seguire tu non se’ la prima, né d’essere l’ultima dèi avere speranza. Se forse al presente ti credi sola, vanamente credi. Lasciamo stare l’altro mondo, che tutto n’è pieno; ma la tua cittá solamente rimira, la quale