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non lui per nullo modo, e pur perseguitandola ed ella pure fuggendo e non possendo un dí fuggirgli piú dinanzi e domandando e gridando l’aiuto del detto suo padre, esso suo padre la fe’ convertire in lauro: laonde Febo se ne fe’ ghirlanda per amore e ordinò che li poeti se ne dovessero incoronare e ancora gl’imperatori. Del quale parla Dante nel principio della terza cantica [ove] disse cosí invocando Febo:

O buon Appollo, all’ultimo lavoro
fammi del tuo valor si fatto vaso
come dimandi a dar l’amato alloro.
.    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    
Sí rade volte, padre, se ne coglie
per triunfar o Cesare o poeta
colpa e vergogna dell’umane voglie...

E simile tocca Ovidio dicendo:

Arbor eris certe — dixit — mea. Semper habebunt
Te coma, te citharae, te nostrae, laure, pharetrae;
Tu ducibus Latiis aderis, cum laeta triumphum
Vox canet et visent longas Capitolia pompas.

[Met., I, 558-561.]

[Semiramis simigliare]. Questa fu regina di Babillonia e fu alterissima e lussuriosissima sí che volle avere a fare col figliuolo, secondo pone Iustino nel libro primo.

[ Cleopatras ]. Questa fu figliuola di re Tolomeo re d’Egitto il quale fe’ decapitare Pompeo. Fu bellissima e lussuriosissima, con la quale ebbe a fare Cesare ed ebbene uno figliuolo chiamato Cesarione; poi fu moglie di Antonio nipote del detto Cesare e fratello di Ottaviano imperadore, e fu ornatissima donna la quale si uccise con l’aspide.

[alla Ciprigna Venere]. Ciprigna è detta cosí perché in Cipri fu molto sacrificata.