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astengo comm. giacomo |
di Astengo figura nelle Commissioni governative per i vari progetti di legge, così nel 1859 lavorò alla compilazione del codice di procedura civile; nel 1861 studiò sul miglior sistema da adottarsi per la procedura giudiziaria del regno, quindi con il Pescatore e l’Aloisio ebbe incarico di compilare un nuovo Codice che non potè venir presentato, e discusso per il mutamento di ministero, tale essendo la condizione d’Italia che a lei si possa applicare il detto di Dante a Firenze nel canto VI del Purgatorio, poichè chiunque monta seggio e s’incappella ministro, il fatto da altri per buono che sia cangia e distrugge tanto da mostrare che per qualche cosa i gabinetti si mutano. — Parve che l’Astengo fosse condannato alla pena di studiare e compilare codici, vera fatica da Danaidi; forse ciò sarà avvenuto per la intelligenza e pratica che in esso stimavasi grandissima, ma il merito di un onorevole giudizio non iscema però la briga ed il fastidio. Anche il ministero Minghetti legollo alla macina di un nuovo codice civile, poi alla compilazione di un progetto di legge sul sistema ipotecario e sulla trascrizione; quindi il La Marmora nel novembre 1861 lo caricò dei codici di Commercio perchè ne compilasse uno adatto all’Italia; nell’aprile 1865 lo fece membro della Commissione incaricata a redigere i codici e relativi regolamenti, e quando i fati ebbero pietà dell’onorevole rappresentante di Savona, con la commenda dei santi Maurizio e Lazzaro entrò nell’ottobre 1865 in Senato, dove potè ripetere con i colleghi il Deus nobis haec otia fecit di Virgilio. Finalmente nel 1866 venne nominato membro e vice-presidente del Consiglio di amministrazione del fondo per il culto, ufficio nel quale ad ogni scadenza di tempo venne rieletto con la puntualità di una cambiale che si rinnovi.
In questi cenni sta tutta la vita civile e politica dell’avvocato Giacomo Astengo. Nel 1871 passò a stabilire sua dimora in Roma, quando il palazzo che Catterina de’ Medici, poi regina di Francia, aveva fatto costruire ove stavano le sontuose terme di Nerone, e che da tribunale, sic come avealo ridotto fu Benedetto XIV, e poi da ministero delle finanze pontificie, fu tramutato in Senato. — Fino al settembre 1870 sul grande balcone che prospetta la piazza Madama facevasi la estrazione del lotto: oggi da quello spiega superbo i suoi colori all’aure il vessillo dell’Italia libera: — un dì sotto a quello si adunavano le femminette ansiose sull’esito della ruota della fortuna; oggi coloro che braveggiano da politici guardano quel palazzo e fanno loro vaticinî e commenti su quanto colà entro si discute dai Senatori. Mutazioni dei tempi!....
A parte i meriti personali dell’individuo, Giacomo Astengo era un nome grosso; come tale fu portato candidato nelle liste amministrative del 1873, e vi riuscì.
Una quistione gravissima erasi sollevata d’incontro alle urne amministrative. — Chiamata Roma ad essere la capitale del regno d’Italia veniva ad accogliere in se quanto havvi nella penisola di singolare, di disparato, di strano pei diversi climi, nature e costumanze delle popolazioni. Il Piemonte da piccolo regno fatto asilo di