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angelini cav. giovanni

opinione, ma questa era inesorabile, ed il sasso ricadeva al fondo. — Il Doria ed il Pallavicini che tennero il sommo potere in Campidoglio, altamente stimarono l’Angelini, e più che dal pubblico non si fosse fatto gli ascrissero a merito la buona intenzione interrogandolo di sovente in cose di alto rilievo. — Quali idee si avessero in quei giorni, la storia non saprà mai indicare: dominava la confusione delle lingue» e fu buona ventura che peggio non sia avvenuto; tanto è vero che anche l’inazione alcuna volta serve a bene, almeno nello evitare il male. Il Doria, il Pallavicini apprezzando l’Angelini e consultandolo, dimostrarono sempre di comprendere il bisogno che lassù in Campidoglio vi dovessero essere uomini seri, intelligenti, attivi, e non statue, per isfuggire le censure di chi fischia funamboli e magnetizzatori. — Il popolo romano difatti mal vedeva certa gente salita in nommea per un vero giuoco di bussolotti, e chiedeva almeno che la mala opinione con qualche buon atto si smentisse o correggesse; ma chi per galloni d’oro in anticamera siede in alto, stima mostrarsi grande la pubblica opinione disprezzando, quasi che i palloni grossi di vento, sieno pure rivestiti di carta d’oro, non possano scoppiare tanto più facilmente quanto più salgono, e quanto più l’aria diviene rarefatta e pura.— Dal settembre 1870 al maggio 1871 pareva che il Municipio fosse stato una crisi permanente, tanta era la vicenda d’incertezze, di gelosie, di gare personali che il pubblico bene assolutamente facevano negligere, per meschino sfogo d’individuali passioncelle non inspirate nemmeno a qualche atto di speciale importanza. — Finalmente 15 consiglieri capitanati dal Pianciani votarono un ordine del giorno di opposizione alla Giunta; 21 votarono in favore, ed i 15 uscirono dall’aula sdegnosi dichiarando di rinunziare al mandato avuto dagli elettori. — A tale estremo erano giunte le cose, e se il popolo fischiava alquanto la commedia e gli attori, non potevasi poi del tutto condannare, chè delle molte promesse nulla s’era mantenuto. — Lasciò scritto Macchiavelli che certi uomini non sanno che per metà essere o buoni o cattivi, e così non riescono a toccar fama o biasimo che li distingua dalla schiera miseranda di quei dannati che Dante dipinse lungo la riva malvagia senza mai essere stati vivi.

Uno di quei veli impenetrabili che. sul codice della moderna giustizia chiamasi inviolabile, perchè.... la legge è eguale per tutti, copre ancora certe nomine fatte negli ultimi giorni quando anche l’Angolini doveva lasciare la carica di assessore. Per giustizia però dobbiamo convenire che gran parte degli errori in quelle nomine deve riversarsi sull’Assessorato per la pubblica istruzione. Come v’entrasse un alto personaggio, è mistero, non mistero già il pentimento successivo. Di tale fatto se ne addebita parte di colpa all’Angelini essendo stato fra gli ultimi atti della Giunta alla quale esso apparteneva. — E quella Giunta cadeva sotto il peso dei propri errori: errori singolarissimi, poiché se colpa poteva annettersi, quella eravi di nulla aver fatto, per la semplice ragione che il pensiero sul da farsi non era stato ancora concepito. — E strana figura deve certo dinnanzi allo straniero