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ginali, la quale in gran parte è dovuta all’eccitamento prodotto dal Sismondi1.
Più e diversi ingegni da quell’epoca in qua ha esercitato la Storia universale d’Italia; e quand’anche la sterminata Storia d’Italia antica e moderna di L. Bossi uscita nel 19 non contenti i più severi intelletti, vuolsi però rammentare il Botta, il più grande Storico dell’Italia nei tempi moderni, ed uno dei suoi più valenti scrittori; il quale, oltre un rapido cenno della Storia Italiana in lingua francese, descrisse i tempi dell’influenza francese dal 1789 al 14, e quindi continuò il Guicciardini abbracciando tre secoli e mezzo, da Paolo III allo scoppio della Rivoluzione, – opere di cui la fama anche più durabilmente è fondata per la politica opposizione cui diedero appiglio. Cesare Balbo cominciò una Storia universale d’Italia, che condusse soltanto sino alla rovina del Regno Lombardo. – Carlo Troya, che col suo bel libro sull’epoca di Dante aveva eccitato una grande aspettazione, compose una storia del Medio-Evo, che finora comprende solamente le migrazioni dei popoli, e le calate dei forestieri in Italia, e questo ancora non compiutamente. – G. Borghi, l’elegante traduttore di Pindaro, scrive un Discorso, come egli lo nomina, sulle Storie Italiane dall’anno 1.º dell’era volgare all’anno 1840, del quale abbiamo i primi due volumi. – A. Ranieri tratteggiò i tempi di Teodorico sino a Carlo Magno col titolo – Della Storia d’Italia dal V al IX Secolo. – A. Coppi ha continuato gli Annali del Muratori dal 1750 al 1819, e promette di seguitare sino al presente. Nè furono lasciate indietro le Storie del diritto, e dei governi, e tra queste si debbono principalmente annoverare le Vicende della proprietà in Italia dalla caduta del-