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tutto ciò che lo potesse distrarre; ma non metteva un istante di mezzo, ove fosse il caso di recare aiuto e conforto a un infelice. – La sua casa era aperta a tutti, e con tutti era cortese, discreto, amorevole. Nel discorso manifestava le sue opinioni con quella chiarezza, e forza di logica, che possedeva così eminenti, senza dar segno però d’impazienza anche alla più mal fondata contradizione, sebbene nessuno al mondo avesse più forte convincimento di lui intorno alla verità delle idee, che prendeva a difendere.

Rimase fedele alle sue massime repubblicane, benchè le dottrine democratiche, che ebbe ardentissime in sua gioventù, coll’andar del tempo sostanzialmente modificasse nella teoria, e nella pratica. E nell’ultima rivoluzione della Costituzione Ginevrina fece egli valere queste sue convinzioni, acquistate e maturate coll’esperienza e col senno. A questa modificazione per altro debbono avere necessariamente contribuito i suoi lunghi studi sulle Repubbliche Italiane, e l’indagine degli effetti, che in ultimo partorì la preponderanza dell’elemento democratico.

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(1) Tra questi vogliono esser notati l'opera della quale vennero 5 volumi in foglio nel 36, edita da una commissione ordinata da Carlo Alberto re di Sardegna, ed ha per titolo: ― Historiae patriae monumenta, ― divisa in chartae, leges municipales, e Scriptores; ― i Documenti, monete, sigilli, per la storia del Piemonte e della Savoia, del Cibrario, e del Promis; ― le Memorie e Documenti per servire alla storia del Principato Lucchese, raccolta ricchissima cominciata nel 13 dal governo francese; ― il