ma peggio sarebbe se fossero malvagi cittadini. Le loro cattive inclinazioni si sfogano in versi, e in fanatismo poetico, che il ciel sa dove a finir verrebbono. Già lo vedete. Que’ che rubano strofe e terzetti, sarebbono ladri e taglierebbon le borse. Que’ che falsificano autori e testi fariano moneta falsa. Que’ che raccolgon poeti e poesie sarebbon forse alla testa d’una congiura. Chi fa una satira fabbricherebbe un veleno, ognuno sarebbe uno scellerato, e assassino, e in grazia dei versi è solamente un poeta cattivo. Ed è una fortuna, che il parnasso italiano abbia tanti e sì diversi autori in ogni genere di poesia, perchè in tal modo ognuno trova da soddisfarsi secondo il suo temperamento. Un furioso si fa seguace del Chiabrera, o pur compone dei ditirambi, un malinconico divien petrarchesco, un sofistico studia Dante, un fantastico l’Ariosto, un insulso il Rota, uno sciocco il Burchiello, e non v’è in tutti i caratteri dell’uomo un sol carattere, quantunque strano e pericoloso, che non possa trovare un poeta, con cui collegarsi. Or fate ragione, e ditemi quanto vantaggio sia que-