stasj, e d’altri molti, che ottennero gran favore da principi, e da privati, da stranieri, e da nazionali, benchè spesso amaron più tosto la mediocrità di lor condizione, che non mancassero loro occasioni di migliorarla. Questo è il proprio destino de’ veri e nobili letterati, che quanto meno l’ambiscono tanto più veggonsi venir incontro spontaneo il favor publico, mentre i più ambiziosi, più queruli, più scontenti sono insieme di men talento, e di poca virtù, e perciò in fatti, e non per altro men favoriti. E quanti sono, che si spaventano alle prime difficoltà, che fatti sol pochi passi già pretendono ad innalzarsi, e che col merito di qualche sonetto, canzone, o poemetto, o dissertazione accademica aver pensan diritto ad una stima universale! L’arte di bene scrivere è la più lunga, e la più scabrosa di tutte, i veri poeti, ed oratori, gli autori degni di fama non formansi che per dono speziale della natura, per uno studio, ed esercizio ostinato, per un finissimo gusto, e con ciò non han bisogno di far partiti, di procacciare appoggi, d’adulare i potenti, d’intisichire nell’anticamere, e