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grafia compiuta di questo filosofo dalmatino, amico di Gregorio XV e di Fra Paolo Sarpi, vissuto nel secolo di Cardano e di Galileo, della magia e della nascente filosofia sperimentale, del Cavalier Marino e delle scienze esatte, della reazione cattolica e della progrediente Riforma; sbattuto dall’una all’altra fra onori di papi e di principi, e subite e implacabili persecuzioni; uno studio particolareggiato di questa interessante figura italiana di teologo e di scienziato del metodo moderno, il cui profilo è rimasto perduto nel terribile cozzo del vecchio col nuovo, qui atteggiato a martire del pensiero e zelatore ardito di libertà, altrove invece ad ambizioso volgare ed apostata.in mala fede; un lavoro insomma che facesse rivivere dinanzi a noi in un esame critico, scrupoloso e inspirato, la fisionomia di quest’uomo singolare, ponendola sotto la sua vera luce — non è ancora stato fatto in Italia, nè fuori.
Nè io certamente intendo di mettere innanzi a’ miei lettori una tela così larga e complessa, tanto più che l’indole de’ miei studi, alieni da ogni questione dogmatica e teologica, non me lo concede che in quella sola parte avente un carattere esclusivamente scientifico.
Procurerò tuttavia di tessere rapidamente la vita di Marc’Antonio De Dominis colla maggior copia di latti ed esattezza possibile, esponendo talvolta cose nuove e mal conosciute, rischiarando parecchi punti o dubbi od oscuri, astenendomi sopratutto da qualsiasi apprezzamento di ordine metafisico, e lasciando infine liberi i miei lettori di giudicare a loro senno (sempre però coi criteri dei tempi) fra lui e il tribunale dell’inquisizione che lo processò e condannò.