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tuos qui in te sunt^ et non reliquenf in te lapidem super lapidem\ eo quod non cognoveris tempus visitationis tuae:— Ve- dendo lesu la città di Siena, pianse sopra a lei. — E così voglio dire di ine che anco la vego. Se voi mi vedeste il cuore, voi vedreste le lagrime a quatro a quatro. E così vo’ dire: o città di Siena, se tu cognoscesse quello che io cognosco io, e tu anco piangniaresti, che le la- grime tue verebbero a sette a sette; però che tu pur dici — pace, pace — co la bòca, e nel cuore non è pace. Tu dici — pax^ pax^ et non erat pax: — Tli dici pur — pace, pace, e in te non’ve n’è punto. — Sai perchè? Excaecavit enim illos malitia eorum *. E1 diavolo v’ ha aciecati ne le vostre malizie, e parvi avere pace, e voi séte pieni d’ odio. E però io vi dico, che se voi non fate pace con Dio, mai non àrete pace fra voi. Non vedi tu che tu non cognosci Idio, perchè tu se’ acie- cata, e non cognoscendo Idio non puoi cognoscere nulla che ti sia buono? Essendo privata del cognosci mento di Dio, tu non puoi andare se non drieto a’ vizi e a’ pec- cati, come tu vai. Tu non vai cercando altro che furti, usure, inganni, tradimenti, rapine, incantamenti, lussurie, sodomie, biastemie di Dio, parzialità, arroganzie, man- care giustizia, abassare la ragione, inalzare il torto. Oim- mè, non consideri tu in quanti pecati tu se’involta? Tu se’ stata accecata da ogni pecato, e oltre a’ peccati ci è! la ingratitudine, che non è picelo peccato. Oimè, città di Siena, tu se’ stata tanto accecata, che tu non vedi più - lume! Ogni vizio t’acieca, e però io temo che elli ver- rà tempo (voglia Idio che non sia vero) che le tue ri- cheze ti verrano meno^ che te le converà pónare su V Sapienza, cap. secondo, vers. 22. 2 Vedi in questo Voi. a pag\ 99 la nota 2.