152 |
predica trigesimaquinta |
|
filios tuos qui in te sunt, et non reliquent in te lapidem super lapidem; eo quod non cognoveris tempus visitationis tuae: — Vedendo Iesu la città di Siena, pianse sopra a lei. — E così voglio dire di me che anco la vego. Se voi mi vedeste il cuore, voi vedreste le lagrime a quatro a quatro. E così vo’ dire: o città di Siena, se tu cognoscesse quello che io cognosco io, e tu anco piangniaresti, che le lagrime tue verebbero a sette a sette; però che tu pur dici — pace, pace — co la bôca, e nel cuore non è pace. Tu dici — pax, pax, et non erat pax: — Tu dici pur — pace, pace, e in te non ve n’è punto. — Sai perchè? Excaecavit enim illos malitia eorum1. El diavolo v’ha aciecati ne le vostre malizie, e parvi avere pace, e voi sête pieni d’odio. E però io vi dico, che se voi non fate pace con Dio, mai non ârete pace fra voi. Non vedi tu che tu non cognosci Idio, perchè tu se’ aciecata, e non cognoscendo Idio non puoi cognoscere nulla che ti sia buono? Essendo privata del cognoscimento di Dio, tu non puoi andare se non drieto a’ vizi e a’ peccati, come tu vai. Tu non vai cercando altro che furti, usure, inganni, tradimenti, rapine, incantamenti, lussurie, sodomie, biastemie di Dio, parzialità, arroganzie, mancare giustizia, abassare la ragione, inalzare il torto. Oimmè, non consideri tu in quanti pecati tu se’ involta? Tu se’ stata accecata da ogni pecato, e oltre a’ peccati ci è la ingratitudine, che non è picolo peccato. Oimè, città di Siena, tu se’ stata tanto accecata, che tu non vedi più lume! Ogni vizio t’acieca, e però io temo che elli verrà tempo (voglia Idio che non sia vero) che le tue richeze ti verrano meno, che te le converà pónare su2, o
- ↑ Sapienza, cap. secondo, vers. 22.
- ↑ Vedi in questo Vol. a pag. 99 la nota 2.