Da queste formole, in virtù del Lemma (III), si traggono le equazioni seguenti:
la prima delle quali non è altro che la derivata della (4) rispetto a x postovi , e fornisce quattro valori di che son quelli delle radici doppie possibili, corrispondenti ad altrettanti valori di k che si ottengono sostituendo i primi nell’equazione (4) al posto di x. La terza equazione, che è lineare rispetto a , (in virtù della prima), fornisce il valore della radice semplice associata a ciascuna radice doppia. La seconda e terza equazione poi, insieme prese, esprimono il carattere peculiare dei triangoli corrispondenti alle quattro terne comprendenti una radice doppia. Se si pone infatti
le dette due equazioni si possono scrivere così:
,
;
oppure così:
.
Sotto la prima forma le due equazioni esprimono che il lato , contiene il punto ed il punto contiguo; sotto la seconda, che il punto ,