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dell’autonomia. Ne fa fede del resto un appello scritto e stampato in forma d’opuscolo, diffuso, vorremmo dir quasi seminato, in quell’occasione in tutto il paese1.
Nell’ottobre 1899 i socialisti di Trento colsero l’occasione del terzo anniversario dell’inaugurazione del monumento a Dante per fare assieme ad altre istituzioni cittadine e al partito liberale una dimostrazione contro l’agire della dieta tirolese e nel tempo stesso del governo sempre pronto a sostenere gli interessi dei nostri nemici. In quell’occasione parlarono davanti al monumento a Dante due oratori di parte nostra, Battisti e Costanzi. Il riassunto del discorso Battisti, che era esplicazione del pensiero dei socialisti sulla questione dell’autonomia e nel tempo istesso invito ai borghesi di iniziare una politica energica, è riprodotto in calce a questa cronoistoria2.
Quasi contemporaneamente il giornale nostro l’Avvenire del Lavoratore iniziava una campagna energica contro le malversazioni verificatesi nel comune di Levico, svelando un mondo di porcherie e accusando esplicitamente il capo di quell’amministrazione di furto, di truffa, di spionaggio, ecc.
Della cosa trattarono anche gli altri giornali, ma mentre il pubblico in genere si occupava di quello scandalo con la pura curiosità con cui si può interessarsi di un’avventura romanzesca, il partito nostro fece del suo meglio per spiegare le origini, le cause di quel piccolo panamino, additandone come fonte precipua il sistema provinciale di amministrazione, l’abbandono in cui la Giunta provinciale di Innsbruck, ignara delle condizioni del nostro paese, lascia i nostri comuni, la sua inettitudine a sorvegliarli, la sua proclività a sostenerli, anche se cattivi, purchè sieno gregge docile alla greppia tirolese.
E vi riuscì e la lotta contro l’amministrazione Ognibeni fu considerata e fu in realtà lotta per l’autonomia.
E qui giova rilevare che se e liberali e clericali non furono