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cx | introduzione |
Certo, la somiglianza, è curiosa; ma l’imitazione tutt’altro che fuor di dubbio. Niente nel luogo del Basile, nessuno accenno, nessuno aggettivo, ricorda la lunga dissertazione laudativa dello scrittore francese su quel punto; e tutto il riscontro si riduce all’uso che, incidentalmente, si fa di una papara morta nel cunto del Basile, ch’è quello che il Rabelais esalta come ottimo, fatto di un uccello qualunque vivo e caldo.
L’altra imitazione è anche meno sicura. «Chi vuol persuadersi, — dice il Liebrecht — , confronti il principio della G. V del Cunto de li Cunti col nono capitolo del IV libro del Pantagruel». Ma, se si fa il confronto, nel Basile si troverà la descrizione di un divertimento, che consisteva nel proporre a ciascuna delle donne un giuoco: «la quale, senza pensarence, m’ha da dicere subeto ca no le piace, e la causa perchè non le dace a l’omore». E nel Rabelais, invece, la descrizione «des etranges alliances» dell’isola Ennaisin, dove giunge Pantagruel, e una lunghissima serie di scambii di risposte tra gli abitanti del paese; per esempio: «En pareille alliance, l'un appelloit une sienne ma homelaicte, elle le nommoit mon oeuf; et estoient alliés comme une omelaicte d’oeufz. De mesmes un autre appelloit une sienne ma trippe, elle l’appelloit son fagot, ecc. ecc.». Ed io non veggo, tra questi due brani, altra relazione se non una certa somiglianza nell’andamento del dialogo, che, nell’uno e nell’altro, è composto di una serie di botte e risposte.
Di queste due imitazioni particolari, accennate dal Liebrecht, una, dunque, a me sembra molto incerta, e l’altra addirittura inesistente. Ma io credo d’essere in grado di