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IX

e che non si negherà pur di concedere qualcosa, se non altro, al mio buon volere ed a quella pazienza che nè raramente nè in piccola dose ho dovuto mettere alla prova in ricerche ed investigazioni non sempre gratissime ed efficaci.1 E siccome non c’è confessione che valga, se non vada unita a buon proposito, per un’altra volta prometto, se a Dio piace, di fare un po’ meglio, ovvero, il che è più probabile e più sano, di non far nulla, e in tal modo si schiverà il pericolo di perpetrare la colpa di crescere la mole già troppo enorme degli scritti sciamannati e fastidiosi. E con tale intesa prendo commiato.

Roma 30 maggio 1883.

Alessandro Avoli.

  1. Donde e come abbia tratto il più delle notizie, legga, chi n’abbia vaghezza, le poche parole premesse all’Appendice (pag. 176-78.) Per debito di grato animo qui aggiungo i nomi de’ sigg. march. Gaetano Ferrajoli e cav. Gaetano Moroni, nelle cui ricche e sceltissime biblioteche ho potuto, per loro cortesia, consultar libri e periodici che invano ho cercato altrove.